Qualcuno diceva di avergli visto legare della bambagia sotto le scarpe, “l’ho visto con i miei occhi, mucchi di cotone idrofilo attaccati alle suole, cammina sulla nuvole in pratica, ecco perché non lascia impronte.”
Qualcun altro, invece, giurava di averlo visto volare, di pochi centimetri per carità ma comunque volare, “fidatevi di me, lui non tocca terra, non chiedetemi come fa ma vi garantisco che l’ho visto con questi occhi qua!”
Altri ancora, infine, dicevano cose che non si potevano e non si possono dire.
Una delicatezza di quel tipo non era comune e molti, spiazzati, finivano per inventare le storie più assurde o parlarne male.
Una delicatezza da riempire le giornate e le vite di chi ha avuto la fortuna di incrociarla.
“Neanche un segno. Niente di niente”, continuavano a discutere tutti.
Non sapendo però che la delicatezza di segni ne lascia eccome.
Più delle nuvole.
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Autore con la passione per la melanzana fritta e l’ossessione per il tempo.
Mi occupo quotidianamente della scrittura e della realizzazione di contenuti destinati al web e alle TV.
Discreto camminatore, nonostante i piedi un po’ piatti, mi piace molto andarmene in giro per le strade e raccogliere storie. Alcune le scrivo, a volte le fotografo. Credo di essere un Palermitano anomalo: mi emoziona la montagna e mi rilassa molto la frittura. Ho lavorato per il Teatro e
l’intrattenimento dal vivo. Tendenzialmente disordinato, faccio fatica a seguire le serie troppo lunghe, vivo a Piacenza con Silvia e Andrea.