Ecco la verità.
Se c’è uno che avrebbe voluto davvero sparire quello era proprio lui, l’ombrello.
Non aveva la minima idea di cosa fosse successo.
Sempre puntuale, mai un inceppo.
Tutte le volte preciso, veloce e attento.
PUAAAM.
L’ombrello perfetto, quello che sa riconoscere la giusta pressione e PUAAAM: aperto.
Mai un’indecisione, mai un’apertura al chiuso, mai. Che la scaramanzia non è mai troppa. Neanche per gli ombrelli.
Ma oggi?
“Cosa ho combinato?”, continuava a domandarsi l’ombrello.
Oggi, che la giornata non doveva mettersi in salita per nessun motivo al mondo. Oggi, che serviva esserci più di sempre. Oggi, che al momento dell’apertura PUAAAMCRACKTUSH: disatro.
“Cosa ho combinato? Cosa? Stupido ombrello che non sono altro!”, inveiva il parapioggia contro se stesso provando a chiudersi per farla finita.
“Buttami, lanciami al centro della strada, scaraventami qui,”
“Non se ne parla,” rispose l’uomo. “Ti porto con me. Soprattutto oggi. Per tutte le volte che ci sei stato. Per tutte le volte che mi hai riparato.
E per tutte le volte che ti ho ritrovato, esattamente lì, dove io ti avevo dimenticato”
PUAAAM!
La giornata, di colpo, si girò.
Tutti i meccanismi tornarono a loro posto, come prima. Anzi più di prima.
L’ombrello si trasformò in un marchingegno mai visto, l’uomo si alzò a mezz’aria prima di volare via lasciando una scia di speranza.
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Autore con la passione per la melanzana fritta e l’ossessione per il tempo.
Mi occupo quotidianamente della scrittura e della realizzazione di contenuti destinati al web e alle TV.
Discreto camminatore, nonostante i piedi un po’ piatti, mi piace molto andarmene in giro per le strade e raccogliere storie. Alcune le scrivo, a volte le fotografo. Credo di essere un Palermitano anomalo: mi emoziona la montagna e mi rilassa molto la frittura. Ho lavorato per il Teatro e
l’intrattenimento dal vivo. Tendenzialmente disordinato, faccio fatica a seguire le serie troppo lunghe, vivo a Piacenza con Silvia e Andrea.