A Sospirico Alto, paese che ho appena inventato, gli abitanti la chiamano “Tuttoennniente”.
Sono un grande ammiratore dei soprannomi. Mi piacciono perché hanno la forza di intromettersi nella vita di tutti i luoghi. Grandi città, metropoli, piccoli paesi e borghi ormai scomparsi hanno una cosa in comune: i soprannomi.
I soprannomi li trovi a New York e li trovi a Sospirico Alto.
Tuttoennniete puoi incontrarla ovunque, sempre in compagnia del suo piccolo carrello che da fuori lo guardi e sembra vuoto.
Così un giorno io gliel’ho chiesto.
“Ma tu cosa porti?”
“Tuttoennniente” mi ha risposto lei.
Quella è la domanda che tutti le facciamo e la sua risposta, sempre uguale nel tempo, si è trasformata nel suo nome.
“Tutto però non ci entra e allora porto niente” aggiunge subito dopo, “resta giusto lo spazio per le mie giornate. Quelle sono preziose e perderle sarebbe un peccato.”
“Ci sono le giornate lì dentro?” le domando fissando il carrello.
“Tutte.”
Tuttoennniente apre la cinghia del carrello e mi invita a guardare dentro. Io mi avvicino piano piano, prendo coraggio e guardo dentro: c’è una donna affezionata alle giornate che la vita le ha donato.
“E con le giornate non si fanno i capricci. Devi avere rispetto e cura per ciascuna di esse. Per quelle del tutto e quelle del niente.”
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Autore con la passione per la melanzana fritta e l’ossessione per il tempo.
Mi occupo quotidianamente della scrittura e della realizzazione di contenuti destinati al web e alle TV.
Discreto camminatore, nonostante i piedi un po’ piatti, mi piace molto andarmene in giro per le strade e raccogliere storie. Alcune le scrivo, a volte le fotografo. Credo di essere un Palermitano anomalo: mi emoziona la montagna e mi rilassa molto la frittura. Ho lavorato per il Teatro e
l’intrattenimento dal vivo. Tendenzialmente disordinato, faccio fatica a seguire le serie troppo lunghe, vivo a Piacenza con Silvia e Andrea.